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Elbadautore e il vino in anfora con Antonio Arrighi

Il noto produttore elbano di olio e vino e sommelier illustrerà il suo esperimento del vino in anfora

Elbadautore e il vino in anfora con Antonio Arrighi

Sabato 25 Giugno l’Associazione Culturale Elbadautore prosegue il suo fitto calendario estivo di eventi sulla Banchina IV Novembre a Porto Azzurro, di fronte al Palazzo Comunale, e alle 21,30 ha il piacere di presentare Antonio Arrighi, noto produttore elbano di olio e vino e sommelier professionista, che ha la sua Azienda Agricola proprio a Porto Azzurro in loc. Pian di Monte, ereditata dal nonno e dal bisnonno, che illustrerà il suo esperimento di affinamento del vino in anfora. L’utilizzo della terracotta per fare il vino è una pratica antica che risale agli antichi Greci e Romani e ,oggi, in Italia e nel mondo, molte cantine hanno riscoperto questa tecnica attraverso l’uso di grandi anfore realizzate a mano. La terracotta utilizzata viene prodotta dall’azienda imprunetina Artenova, leader in Italia nella produzione artigianale di giare da vino in terracotta. La terra d’Impruneta non ha problemi di metalli pesanti con il vino, sia a contatto con la terra sia con le giare ricoperte da c’era d’api o da resine di vetro: è stata analizzata in questi anni sia dal punto di vista delle cessioni di metalli pesanti sia dal punto di vista della tenuta e della traspirazione. Per la porosità che caratterizza questo materiale, l’utilizzo della terracotta senza alcun rivestimento permette una intensa ossigenazione e il buon passaggio di ossigeno determina una maturazione ottimale dei vini rossi. Con l’utilizzo di rivestimenti interni come la cera d’api si riducono in parte gli scambi gassosi con l’esterno. Proprio per queste sue particolari caratteristiche fisiche, la terracotta d’Impruneta consente di ottenere ottimi risultati nella vinificazione, maturazione e conservazione del vino, fornendo un ottimo isolamento termico (meglio dell’acciaio e quasi come il cemento), aiutando a ravvivare i profumi a animare il frutto che il cemento tende a spengere, almeno nei primi tempi. In definitiva ha tutti i vantaggi del legno di medie dimensioni senza gli svantaggi, e anche i pregi dell’acciaio come isolante senza turbare il vino con problemi elettrostatici dell’inox. Per questo è un contenitore molto adatto a far emergere il varietale e dare respiro a varietà molto aromatiche e ricche che nel cemento potrebbe chiudersi e ridursi, aiutando non poco nei casi di varietà con frutto esuberante e tannino come aglianico, montepulciano, piedirosso e syrah, spesso gonfiati e resi troppo carichi dal legno e appiattiti dal cemento. I vini prodotti in terracotta mostrano un grado di conservazione di aromi e caratteristiche davvero notevoli, e soprattutto nel caso dei rossi ci pare una tecnica di vinificazione molto valida: Antonio Arrighi, unico produttore che all’Elba, dal 2011, ha sperimentato questa tecnica antichissima con il suo famoso TRESSE terracotta toscana IGT rosso in cui, in parti uguali, uve di Sagrantino, Syrah e Sangiovese si affinano in botte di rovere francese e giare di terracotta, ci parlerà nella serata di questa vino particolare e delle sue “scommesse” per il futuro, proiettando anche alcune immagini e fotografie. Come sempre vi aspettiamo numerosi!