LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto

Non fiori ma opere, per la sanità di base

Coordinamento Italia Viva Livorno provincia Coordinamento Italia Viva Val di Cornia Elba

Non fiori ma opere,  per la sanità di base

Quella da Corona Virus è solo l’ultima pandemia che colpisce il mondo. Altre ce ne saranno.

Preparare le comunità a contenere i danni vuol dire, secondo noi, sviluppare ancora di più i servizi sanitari di base e quindi migliorare complessivamente l’assistenza. 

Possiamo infatti dire che le strutture ospedaliere hanno svolto la loro funzione, grazie al sacrificio e alla dedizione degli operatori sanitari, pur a fronte della assoluta novità e pericolosità di questo virus. 

Quelle veramente in difficoltà sono state le strutture di prevenzione del contagio e quelle extraospedaliere dove i medici di famiglia si sono sentiti soli ed hanno pagato, anche in termini di vite umane, un pesante contributo. 

Servono quindi strutture nuove per la medicina di base e per la prevenzione; queste strutture dovevano essere le Case della Salute dove concentrare i servizi di diagnostica semplice, di integrazione tra medici di famiglia, servizi infermieristici e socio-sanitati, di prima emergenza e di orientamento sanitario per tutti i cittadini. 

Sulla realizzazione delle Case della Salute abbiamo, in Toscana e nella nostra USL, un ritardo non giustificabile. La Regione analizzi le cause che ci hanno fatto perdere anni cruciali e prenda i necessari provvedimenti. 

Organizzare Livorno città su quattro Case della Salute, avviare i lavori per quella di Piombino e quella di Venturina e per quella di Rosignano per la bassa Val di VCecina e rivedere l’organizzazione dei servizi sanitari di base all’Elba sono il modo per onorare quei nostri concittadini che sono morti di Covid 19. 

Il Corona Virus ci insegna anche che l’assistenza nelle Case di Riposo deve essere riservata in via di principio ai non autosufficienti e che invece, per le persone anche con limitata autosufficienza, l’assistenza ed il supporto domiciliare sono la forma più umana, meno costosa e più efficace di tutela. 

Serve, a supporto di un nuovo modello di assistenza ai più anziani, che a livello provinciale si organizzi un servizio di geriatria più efficiente, anche a supporto dei medici di famiglia, che rimangono la colonna portante della medicina di base. 

Serve anche maggiore integrazione tra i servizi erogati dalla parte pubblica con quelli erogati dai privati. 

Proponiamo di estendere le convenzioni regionali con i centri di diagnostica e specialistica per ridurre le attese e la pratica della medicina difensiva. 

Proponiamo corsi di specializzazione per badanti e personale per l’assistenza socio-sanitaria in modo da garantire meglio i rapporti tra persone deboli e le strutture pubbliche. 

Proponiamo che l’assistenza sociale per i soggetti anche economicamente deboli si demandata sempre di più ai servizi sociali pubblici di base, da potenziare nel personale e nelle risorse disponibili, evitando distribuzioni a pioggia delle scarse risorse economiche disponibili.

Insomma partiamo da dati che, pur nella loro drammaticità, dimostrano che abbiamo competenze e possiamo vincere contro il Covid 19 migliorando i servizi socio-sanitari di base per tutelare meglio i cittadini toscani anche al di là della contingenza. 

Ma dobbiamo cambiare passo, rapidamente, almeno prima del Covid 20.