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Ma che succede alla sanità elbana?

Scritto da Claudio de Santi

Ma che succede alla sanità elbana?

Si chiudono le attività sportive e il servizio scuolabus di Portoferraio ma non la scuola dove sono stati i due bambini contagiati da Covid; da ambienti medici ben informati si apprende che in ospedale non ci sono abbastanza reagenti per il tampone rapido; dagli stessi ambienti si viene a sapere che all’interno dell’ospedale, ormai accorpato in un unico reparto dall’inizio dell’emergenza Covid e privato di molti dei suoi servizi essenziali, ci sarebbero anche altri gravi problemi. Ma che succede alla sanità elbana? Perché non si parla con chiarezza di quelli che sono i problemi all’interno dell’ospedale di Portoferraio?

La gestione dell’emergenza sanitaria che si è verificata all’isola d’Elba dopo i sei casi di Covid accertati a Portoferraio fa pensare che si voglia nascondere qualcosa all’opinione pubblica, ed è la stessa sensazione che si prova guardando le dirette facebook dell’imbarazzatissimo sindaco Zini. A pensar male si fa peccato, come diceva un grande della Prima Repubblica, ma molto spesso ci si azzecca. Sembra quasi che si debbano seguire dei diktat che arrivano dall’alto: tenere aperte le scuole ad ogni costo, guai a parlare di malfunzionamento della sanità pubblica, minimizzare ogni criticità a tutti i costi, specie in questi ultimi giorni. Perché?

Vista la prossima scadenza elettorale, cerco di spogliarmi anche da ogni appartenenza politica: da ex sindaco, abituato a guardare anche dall’esterno le cose della “mia” Elba, rivolgo il mio grido di allarme ai primi cittadini dell’isola, che della sanità sono i primi responsabili di fronte ai propri concittadini: pretendete dagli attuali governanti della sanità pubblica verità e trasparenza, come chiedono i comitati locali per la sanità. Si deve sapere cosa accade a proposito dei contagi e delle loro cause, in maniera da poter agire di conseguenza sulle attività che possono portare maggiori promiscuità, come la scuola e le attività sportive. Si deve puntare ad un numero maggiore possibile di tamponi per la popolazione residente, per avere una mappatura completa, cosa che avrebbe potuto essere fatta anche per i ragazzi delle scuole, senza tutta quella fretta di volerli a scuola ad ogni costo il 14 settembre. E si deve ripensare anche ai controlli sul porto di Piombino, consentendo il tampone gratuito anche agli elbani, cosa che sembra non sia stata fatta fino ad oggi. Non dimentichiamo quanto accaduto da marzo in poi, e cerchiamo di mantenere più sotto controllo possibile questa piccola comunità, in attesa delle incognite che inevitabilmente si presenteranno di qui a poco.

La stessa verità e trasparenza, chi gestisce la sanità elbana la deve usare per fare chiarezza sugli spostamenti e gli accorpamenti dei servizi all’interno dell’ospedale, un ospedale che (chi lo frequenta lo sa) oggi appare stranamente vuoto, mentre sono molte le ambulanze che partono ogni mattina verso gli ospedali del continente: chiediamoci perché.

E già che ci siamo, ci vorrebbe trasparenza anche per sapere come sono state investite le somme donate dagli elbani per la terapia intensiva e per l’acquisto di nuove apparecchiature diagnostiche.

Qualcosa deve cambiare nella nostra Toscana, qualcosa deve necessariamente cambiare nella nostra Elba. Ne va del nostro futuro e di quello dei nostri figli.

Claudio de Santi