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Penalizzazione e disuguaglianza: visite a Livorno e a Piombino per indennità civile e rinnovo patenti

Di Giovanni Frangioni

Penalizzazione e disuguaglianza: visite a Livorno e a Piombino per indennità civile e rinnovo patenti

In merito alle visite per Invalidità Civile a Livorno ed alle visite alla Commissione Medica patenti a Piombino, penso che qualsiasi modello di organizzazione debba venire incontro a chi soffre e fatica dando un aiuto e facendo percepire agli stessi la propria vicinanza.
Si tratta di una doppia questione che sento di sottoporre.
La prima per mantenere lo stato di invalido, a seguito di un giudizio espresso “a tempo” dalla Commissione di prima istanza di Portoferraio, per la quale bisogna andare all’INPS di Livorno, la seconda per la visita a Piombino per il rilascio della patente di guida a persone con patologie visive, dell’udito, menomazioni motorie e un lungo elenco di altre malattie e condizioni personali.
Si da il caso che entrambe le visite non hanno bisogno di particolari accorgimenti, di speciali strumentazioni o speciali condizioni per essere effettuate all’Elba, se non lo spostamento dei medici.
Le visite all’INPS di Livorno riguardante l’ottenimento o la conferma dell’indennizzo dell’invalidità riguardano, per l’anno 2020, circa duecento elbani tra minori, ultra sessantacinquenni, malati oncologici e altro. Ovviamente a chi non va a visita di revisione viene sospeso l’indennizzo, mentre chi si presenta ci deve andare a proprie spese, con costi significativi soprattutto se devi ricorrere all’ambulanza. Esisterebbero anche le visite domiciliari ma sono una rarità.
Nella visita INPS viene prescritto al cittadino, a seconda della patologia riscontrata e se l’indennità civile è con revisione, quando ritornare. Così come per la patente della quale sono interessate 500 persone circa.
Ma al di là dei numeri che sono sempre oggetto di verifiche e dei meccanismi propri delle commissioni mediche, il Covid-19 ha fatto ritornare centrali la cura e i servizi socio-sanitari territoriali. In questo caso non si tratta di servizi di cura veri e propri ma sempre di prestazioni che vanno erogate con un servizio nel luogo, per non procurare agli sfortunati ulteriori ansie, disagi e costi.
Ci vuole un cambiamento sistemico. Il fattore tempo per uno che vive, in un’isola, va considerato come una vera risorsa e non può essere consumato in viaggi che dovrebbero essere evitati.
Riportare queste prestazioni a Portoferraio è l’obiettivo su cui iniziare a lavorare.